martedì 7 aprile 2009

PROVA DI SCRITTURA martedì 8 aprile 2009

PERSONAGGIO : LA DESCRIZIONE.
D'ISTINTO, PRENDETE CARTA E PENNA E BUTTATE SU FOGLIO LA DESCRIZIONE DI UN PERSONAGGIO (O PIU'). MA CHI? LA SEVERA MAESTRA DELLE ELEMENTARI, LA RAGAZZA PER CUI SI HA AVUTO LA PRIMA COTTA, UN PARENTE SCOMPARSO, UN UOMO CONOSCIUTO SUL TRENO, INSOMMA... QUALCUNO CHE CONOSCETE O CHE AVETE CONOSCIUTO ANCHE SOLO PER UN ATTIMO!
ATTENZIONE! NON UNA DESCRIZIONE SCHEMATICA COME "COLORE DEGLI OCCHI SONO AZZURRI, I CAPELLI BIONDI"... METTETELA SOTTO FORMA DI RICORDO, INFILATE LA DESCRIZIONE IN UNA STORIA... INSOMMA, APPROFITTATE DI QUESTO ESERCIZIO PER ALLENARVI NELLA SCRITTURA IN GENERALE, OLTRE CHE PER LA DESCRIZIONE DEI PERSONAGGI!


Il mio esercizio :
Patrizio sfrecciò come un fulmine proprio davanti al ristorante cinese. Non era abituato a correre, diciamo pure che non era un perfetto atleta nonostante fosse molto alto e longilineo ; respirava con affanno ogni volta che il suo piede s’appoggiava a terra per far da leva all’altro. La scorretta respirazione stava iniziando a fargli girar la testa, ma l’adrenalina lo aiutava a continuare a scappare. Sempre se c’era ancora bisogno di fuggire, questo non lo sapeva, erano diversi metri che non si voltava a controllare se la macchina nera lo seguiva ancora. I suoi amici l’avevano abbandonato già da un paio d’isolati indietro, e Patrizio decise d’impulso di dirigersi verso il loro nascondiglio, il cosiddetto “Adriana Club”. Sicuramente Marco, Gianluca e Benedetto erano là ad aspettarlo, tra le travi barcollanti del loro rifugio. Pat si arrampicò velocemente su un muretto, per poi cadere di peso nel giardino di qualcuno. Sentì il braccio bruciargli e quindi lo espose alla luce elettrica dei lampioni : un lungo taglio che partiva dal mignolo che finiva poco prima del gomito sgorgava sangue che nell’oscurità sembrava nero. Si controllò il resto del corpo : dopotutto era nudo, tranne per le scarpe ed i calzini bianchi, c’era il rischio di aver danneggiato qualcosa di più importante di uno stupido braccio. Con sollievo constatò che solo le ginocchia appuntite erano sbucciate e niente di più. Si tirò su le calze e si sistemò con un gesto della mano i lisci capelli castani mentre cercava di capire perché quel posto gli pareva così famigliare. Notò i nani da giardino, un’altalena ed un sofisticato gazebo e per un attimo sperò di non esser finito a casa di Antonio, quello che una volta era il suo migliore amico. Quando notò degli enormi insetti finti e zoccoli olandesi appesi vicino alla porta d’ingresso, si rese conto che la sua intuizione una volta tanto era giusta. Scavalcò di nuovo il muretto per andarsene il prima possibile, questa volta facendo attenzione a non tagliarsi coi vetri. Una volta ritornato in strada, decise che avrebbe lasciato perdere i suoi amici, almeno per quella sera. Sarebbe tornato a casa, si sarebbe fatto una bella doccia fredda e poi, tra le lenzuola del letto, avrebbe riso al pensiero dei suoi tre amici, ancora nudi, che lo aspettavano all’ “Adriana Club”. « Così imparano a proporre di camminare per via Bologna col pisello di fuori. » rifletté senza cattiveria. Strinse i suoi occhi tra il verde ed il grigio poi tirò un sospiro di sollievo : per fortuna quella terrorizzante macchina nera era sparita.

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