mercoledì 24 dicembre 2008

Personaggi dei Promessi sposi

Esempio di Personaggio.

Per chi non lo abbia capito Manzoni è il mio modello, non di scrittura ma di modo.

Non mi dilungo ma faccio un esempio con il personaggio di Agnese dei P.S.

Il ruolo Agnese si può identificare come il personaggio che svolge la funzione di aiutante dei protagonisti all’interno della storia.

L’autore presenta questo personaggio indirettamente: non fornisce una descrizione completa, ma una serie di indizi che costruiscono la figura. Comunque, la sua apparizione si ha nel cap. II «…Intanto la buna Agnese (così si chiamava la madre di Lucia), messa in sospetto e in curiosità dalla parolina all’orecchio, e dallo sparir della figlia, era discesa a vedere cosa c’era di nuovo…» .

Agnese è la tipica donna che si trova nelle contrade brianzole. Il suo carattere, deciso e sbrigativo, unito ad un’esperienza di vita che lei stessa dentro di sé forse sopravvaluta, la induce ad un’estrema sicurezza di giudizio; la sua sollecitudine e il suo amore per l’unica figlia, velati da un riserbo che è proprio delle persone abituate ad un’ esistenza ridotta ai suoi valori essenziali, la sua facilità di parola e la sua arditezza di espressioni, costituiscono un marchio inconfondibile. Una caratteristica di Agnese è la sollecitudine con cui si dispone ad aiutare la figlia nel raggiungimento della sua felicità. Agisce con la sicurezza di sé, propria della gente di limitata cultura, che è portata a vedere una faccia sola della realtà, quella che interessa direttamente. I suoi giudizi e i suoi consigli sono sempre decisi, perché Agnese punta sulla sua esperienza che si accompagna a un fondamentale ottimismo. Vediamo invece, nel corso della vicenda, che se i suoi consigli hanno un risultato positivo, questo avviene per puro caso. Per esempio, con il suo progetto ardito del matrimonio a sorpresa, riesce a sventare il tentativo di incursione in casa sua e rapimento della figlia, e se lei è riuscita a compiere quello che padre Cristoforo non avrebbe fatto in tempo a fare, è colo opera di una volontà superiore, indipendente del tutto dai piccoli pensamenti e imbrogli della furba contadina. L’episodio del matrimonio a sorpresa serve a determinare la palese differenza tra Agnese e Lucia. La donna non consiglia ai suoi giovani un passo contro la morale, ma è evidente su quale diverso piano si trovino madre e figlia. La prima si fa propugnatrice di una morale strettamente utilitaria, la seconda di una condizione psicologica profondamente cristiana.

Proprio per questo Agnese è un personaggio statico, nel senso che, nonostante le vicende che la sconvolgono insieme alla figlia e al suo promesso, non cambia né atteggiamento, né concezione della vita: Agnese punta sempre, col suo solito senso pratico, sulla necessità di giudicare le cose in rapporto alle circostanze e non in astratto.

Ciao, Cristiano


domenica 21 dicembre 2008

Scrittori

Il titolo non si riferisce a noi, che per quanto ci impegniamo e per quanto scrivere ci piaccia non siamo altro che scrittori esordienti :D Bensì ai grandi scrittori, del passato e del presente.
Oltre a discutere di come crescere tecnicamente sperando un giorno di vedere le nostre creazioni negli scaffali di librerie e biblioteche, secondo me sarebbe interessante ed educativo anche parlare di chi, prima di noi, ha lasciato un'impronta. Non sto parlando solo di grandi colossi come Manzoni, Leopardi... Ma anche di scrittori, magari meno conosciuti o recenti, che ci hanno fatto crescere.
Perché sì, per esser dei buoni scrittori bisogna esser degli ottimi lettori.

Perciò via col sondaggione! :) Quali scrittori ammirate, a quali cercate di ispirarvi e, perché no, quali proprio non sopportate?

Baci
Lucre

mercoledì 17 dicembre 2008

Ciao sono Glenda

allora....sono riuscita a iscrivermi,al blog,ma ancora non ho molta dimestichezza,comunque piano piano spero di riuscire a creare anche una mia scheda con la mia presentazione.
per ora volevo solo presentarmi!
spero di riuscire a venire martedì!
ciao Glenda

lunedì 15 dicembre 2008

PER LE PERSONE CHE NON SONO RIUSCITE AD ESSERE PRESENTI ALL'INCONTRO DI MARTEDì 9 DICEMBRE

Martedì 9 dicembre abbiamo preso in considerazione il concetto di IDEA NARRATIVA, un concetto molto semplice ma di estrema rilevanza per ciò che vogliamo scrivere.
A volte scriviamo racconti confusi e non capiamo il perchè, molto spesso il problema e' che non sappiamo realmente ciò che intendiamo scrivere. ( A riguardo rileggete il mio post sul racconto, nell'ultima parte si parla appunto dell' IDEA).
Dato che il racconto e' un insieme di elementi che vanno calibrati per perseguire il fine che ci siamo proposti, se non sappiamo realmente qual e' il nostro obiettivo, capite che l'impresa e' parecchio ardua...Non sottovalutate questa cosa, quindi!
Quando scrivete qualcosa abituatevi ad esprimere l'IDEA che ne e' alla base: se riuscirete ad esprimerla brevemente e con facilita' e vi soddisferà, siete sulla buona strada!
Oltre a questo abbiamo accennato ai personaggi e parlato della complessità della scrittura. Non basta solo il talento e la tecnica, ci vuole un qualcosa di inesprimibile, il mistero che fa' sì che la nostra scrittura possa toccare il cuore di chi legge, oltre alla musicalità delle parole, alla loro unicità.
Alla fine abbiamo letto il racconto di Matilde, di cui magari parleremo nel prossimo incontro.
Un abbraccio a tutti, ciao Floriana:)

mercoledì 10 dicembre 2008

Costruzione dei PERSONAGGI

Come possiamo costruire un personaggio? Le sue fattezze fisiche, il carattere, i piccoli tic e gesti tipici, il passato ed il futuro?

Come sempre, la cosa più facile è osservare la realtà che ci circonda, e di conseguenza spesso i nostri amici, parenti, i ragazzi e ragazze per cui smaniamo diventano protagonisti dei nostri romanzi e racconti. Quindi possiamo sbizzarrirci a mettere il nostro odiato professore di matematica in una rocambolesca avventura amorosa che finirà inevitabilmente male ; oppure noi stessi possiamo finalmente diventare padroni del mondo ed incontrare attori e rock band che ammiriamo. Descriviamo quindi particolari fisici reali, caratteri e piccole manie ossessive di chi ci circonda. Ma attenzione! Non basta buttar giù i tic del nostro migliore amico od il vestito preferito della nostra moglie, poiché non tutte le caratteristiche della realtà possono rivelarsi utili per i fini della storia.

Ovviamente è solo un consiglio, ma ispirarsi a chi ci è vicino è un piccolo aiuto per creare facilmente un personaggio. Se siamo già abbastanza fantasiosi e non abbiamo bisogno di ispirarci alla realtà, attenzione che le difficoltà non sono finite.

Dobbiamo avere una chiara idea di come il/i nostro/i protagonista/i siano fatti fisicamente e caratterialmente (nota bene, ho diviso le due cose!) perché il lettore – pigro e con poca immaginazione - possa bene figurarsi nella mente “con chi ha a che fare”. Ho diviso bene tra fisico e carattere prima per un giusto motivo, ossia la pigrizia che colpisce anche lo scrittore, che spesso usa, come scorciatoia, aggettivi per il carattere accompagnati da caratteri fisici. Un esempio? “Furbi occhi verdi”, “Simpatico sorriso dalle labbra grosse”, “Severo naso appuntito”. Avanti, un paio d’occhi son mai stati furbi? Semmai lo è la persona che li ha ; perciò impariamo bene a dividere caratteristiche fisiche e del carattere.
Non basta descrivere a fondo un personaggio. L’osservazione, certo, è la cosa più importante ed è il primo passo per la creazione di un personaggio ; ma il lettore non vorrà sorbirsi 100 o più pagine di un protagonista che rimane sempre così, no? Quindi i personaggi, nel racconto, devono CRESCERE mano a mano. Si devono scoprire lati del carattere che inizialmente non erano percepibili. Quando i personaggi si trovano davanti ad un avvenimento od un evento diverso dal normale, reagiranno a loro volta cambiando lievemente il loro carattere. E cambiando quel qualcosina in più, il lettore rimarrà paralizzato.

Se creiamo personaggi STEREOTIPATI, ossia il poliziotto buono e quello cattivo, l’adolescente ribelle alla James Dean, la prostituta che alla fine si riscatta ed esce dal giro… Anche se qualcosina cambia in loro, il lettore si annoierà lo stesso ; e, diciamolo, pure a noi frega ben poco di scrivere le solite tre banalità. Oppure, se siete così bravi da creare un personaggio interessante anche dai luoghi comuni, beh, c’è un’ulteriore difficoltà.

Non scrivete frasi esplicite come “Quel giorno Diego era felice del voto universitario” oppure “Quel giorno Diego avrebbe preferito morire piuttosto che andare a fare l’esame all’università”. Sono, nuovamente, frasi banali e noiose, ed oltretutto cose del genere le potrebbero scrivere bambini che frequentano le scuole medie. Cerchiamo invece di entrare nel personaggio, di dare piccole informazioni fisiche e di carattere. Prendendo l’esempio di prima, sentiamo Diego come un ragazzo aitante, sicuro di sé, che cammina per l’affollata università di una città che non è la sua… Non buttatevi subito a dire cosa c’è, invogliate il lettore e fornitegli delle immagini chiare.

Poi, pian piano, i personaggi avranno una vita propria, e non dovrete più badare molto a loro, saranno loro a comandare a bacchetta voi.

Ripeto che queste parole sono ovviamente soltanto un risultato di una mia ricerca.
La creazione di un personaggio è così lunga e complessa (e soprattutto deve esser NATURALE e spontanea) che è difficile riassumere in poche righe le istruzioni. Sono solo alcuni consigli, e sarà sempre un argomento in continua discussione!

Lucre