venerdì 28 novembre 2008

L'INCIPIT E GLI INCIPIT FAMOSI

L’INCIPIT

Trovare l’attacco giusto di una storia e’ fondamentale per catturare l’attenzione del lettore.
Tradizionalmente una storia iniziava con “C’era una volta…”, cui seguiva l’azione, oggi la tendenza e’ invece nell’attaccare in medias res, cioè nel mezzo della situazione o dell’azione.
L’inizio (incipit, che in latino significa “inizia”) e’ un momento fondamentale della narrazione: quanti capolavori rischierebbero oggi di venire scartati perchè le prime pagine si dilungavano in elaborate presentazioni introduttive!

Prendiamo l’incipit di Dante”nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura.” Dante avrebbe potuto iniziare più convenzionalmente con “mi ritrovai per una selva oscura nel mezzo del cammin …“ ma entrare nel mezzo di qualcosa (la preposizione “nel” gia’ di per se’ trascina il “dentro“) sortisce un effetto di immediata immersione nella storia. Inoltre il pronome “nostra”coinvolge il lettore attivo nel cammino del poeta.
Puntare l’attenzione sugli incipit degli scrittori e’ un esercizio molto istruttivo per affinare l’intuito.

Vediamo i diversi modi in cui può prendere avvio un racconto (o romanzo)

DA UN ORIGINALE AUTOPRESENTAZIONE DEL NARRATORE

Chiamatemi Ismaele
Hermann Melville, Moby Dick

O CON UNA PRESENTAZIONE DI SE STESSO COME PERSONAGGIO NEGATIVO

Andare davanti al giudice, dirgli: “Ho commesso un delitto. Quella povera creatura non sarebbe morta se io non l’avessi uccisa. Io Tullio Hermil, io stesso l’ho uccisa”.
Gabriele D’Annunzio, l’Innocente

Il mio vero nome e’ così noto negli archivi o registri di Newgate e dell’Old Bailey, e ci sono ancora in sospeso riguardo la mia condotta personale cose di una tale gravita’ che non si può pretendere che riporti qui il mio nome o la storia della mia famiglia.
Daniel Defoe, Fortune e sfortune della famosa Moll Flanders

Permettemi, per il momento, di chiamarmi William Wilson, così che la pura pagina che mi sta dinanzi in questo momento non abbia ad essere sporcata dal mio nome vero, un nome che troppo e’ gia’ stato oggetto di scorno, d’orrore, d’abominazione per la mia casata
Edgar Allan Poe, William Wilson

O CON UN ATTACCO CLASSICO DA AUTOBIOGRAFIA

Se finiro’ per essere io l’eroe della mia propria vita, o se questo posto verrà preso da qualcun altro, si vedrà nel corso delle pagine che seguono.
Charles Dickens, David Copperfield

Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal

O CON UN ATTEGGIAMENTO INSOLENTE NEI RIGUARDI DELL’AUTOBIOGRAFIA LETTERARIA TRADIZIONALE

Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’e’ stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non va proprio di parlarne.
Jerome D. Salinger, Il giovane Holden

Avrei potuto benissimo farne a meno, ma non ho saputo resistere alla tentazione di scrivere la storia dei miei primi passi nella vita…D’una cosa, pero’, sono assolutamente convinto, che se anche dovessi campare fino a cent’anni, un’autobiografia non la stenderò più di certo. Bisogna essere troppo sfacciatamente innamorati di se stessi, per parlare, senza vergognarsene, della propria persona.
Fedor Dostoevskij, L’adolescente

O CON L’IO NARRANTE CHE PRESENTA UN ALTRO PERSONAGGIO

Entro’ nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora e’ passato piu’ di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti. Giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche da un albero inaridito.
Fred Uhlman, L’amico ritrovato


Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi
Italo Calvino, Il barone rampante

O CON LA DESCRIZIONE DI UN PERSONAGGIO NATURALE O URBANO CHE SARA’ LO SFONDO PRIMARIO DELLA STORIA

Quel ramo del lago di Como…
Alessandro Manzoni, I promessi sposi

PUO’ AVER INIZIO NEL BEL MEZZO DI UNA CONVERSAZIONE

“Allora, non c’e’ nessuno qui?…BRATH!…Ma che canchero, sono diventati tutti sordi quaggiù…BRATH!”
“Non strillare, ti fa male strillare, Arnold”.
Allessandro Baricco, Castelli di rabbia

O DA UNA FRASE CHE L’IO NARRANTE O UN PERSONAGGIO RIVOLGE A QUALCUNO

“Ha detto che avrebbe ballato con me se le avessi portato delle rose rosse”, grido’ il giovane studente, “ma in tutto il mio giardino non c’e’ una sola rosa rossa!
Oscar Wilde, L’usignolo e la rosa

E’ vero! Sono stato e sono molto nervoso, spaventosamente nervoso; ma perchè volete dire che son pazzo? La malattia aveva acuito i miei sensi, non li aveva distrutti, non li aveva resi ottusi. E, su tutti gli altri, avevo piu’ acuto il senso dell’udito. Ho udito tutte le cose del cielo e della terra; e ho udito molte cose dall’inferno
Edgar Allan Poe, Il cuore rivelatore

O AL LETTORE

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo. Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero.
Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore

PUO’ INIZIARE CON UN RICORDO
Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera
Marcel Proust, La strada di Swann

O CON L’EVOCAZIONE DEI CARATTERI DOMINANTI DEL TEMPO STORICO CORRENTE

Il 25 maggio 1796 il generale Bonaparte entro’ in Milano a capo di quella giovane armata che aveva varcato il ponte di Lodi e annunciato al mondo che dopo tanti secoli Cesare e Alessandro avevano un successore.
Henri Stendhal, La certosa di Parma

O CON UNA RIFLESSIONE FILOSOFICA O PSICOLOGICA

Io sono una persona malata…sono una persona cattiva. Io sono uno che non ha niente di attraente. Credo d’avere una malattia al fegato. Anche se d’altra parte non ci capisco un’acca della mia malattia, e non so cosa precisamente ci sia di malato in me.
Memorie del sottosuolo, Dostoevskij

Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice e’ infelice a modo suo
Lev Tolstoj, Anna Karenina

O CON LA PRESENTAZIONE IMMEDIATA D’UN PERSONAGGIO DA PARTE DELL’AUTORE
Rossella O’ Hara non era una bellezza; ma raramente gli uomini se ne accorgevano, quando, come i gemelli Traleton, subivano il suo fascino
Margaret Mitchell, Via col vento

L’uomo era alto e così magro che sembrava sempre di profilo. La sua pelle era scura, le ossa sporgenti e gli occhi ardevano di un fuoco perpetuo.
Mario Vargas Llosa, La guerra della fine del mondo

CON LA PRESENTAZIONE DI UNA SITUAZIONE BANALE E TRANQUILLA, CHE DI Lì A POCO SARA’ INTERROTTA DA EVENTI NEGATIVI

Era una fresca e limpida giornata d’aprile e gli orologi segnavano l’una
George Orwell, 1984

Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si e’ giovani, mio caro lettore
Fedor Dostoevskij, le notti bianche

CON UN’AFFERMAZIONE LAPIDARIA O SCONCERTANTE, DI IMPATTO

Tutti i bambini crescono, meno uno
James M. Barrie, Peter Pan

Abito a Villa Borgese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori posto. Siamo soli e siamo morti.
Henry Miller, Tropico del cancro

Inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino dell’amore non corrisposto
Gabriel Garcia Marquez, L’amore ai tempi del colera

O SPIEGANDO PERCHE’ SI STA NARRANDO QUELLA STORIA

Tutto il materiale di questo libro non derivato dalla mia osservazione diretta e’ stato preso da registrazioni ufficiali o e’ il risultato di colloqui con le persone interessate, e molto spesso di tutta una serie di colloqui che si sono protratti per un tempo considerevole
Truman Capote, A sangue freddo

Se mai la storia delle avventure di un uomo qualunque in questo mondo fu degna di essere pubblicata e, una volta pubblicata di essere ben accolta, colui che l’ha data alle stampe e’ convinto che questa lo sia.
Daniel Defoe, La vita e le avventure di Robinson Crusoe

O COMINCIARE QUANDO L’AZIONE E’ GIA’ AVVIATA IN MEDIAS RES, NEL CUORE DELL’AZIONE

Un giorno, ero gia’ avanti negli anni, in una hall mi e’ venuto incontro un uomo. Si e’ presentato e mi ha detto:”La conosco da sempre”
Marguerite Duras, L’amante

Stavamo nell’aula di studio quando entro’ il preside seguito da un nuovo vestito in borghese, e da un bidello che portava un grosso banco. Quelli che dormivano si svegliarono, e tutti si alzarono in piedi, come colti in pieno lavoro
Gustave Flaubert, Madame Bovary

Quando Gregor Samsa si sveglio’ una mattina da sogni inquieti, si trovo’ trasformato nel suo letto in un immenso insetto
Franz Kafka, Metamorfosi

Il giorno che l’avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzo’ alle 5.30 del mattino per andare ad aspettare il bastimento con cui arrivava il vescovo
Gabriel Garcia Marquez, Cronaca di una morte annunciata

Qualcuno doveva aver callunniato Joseph K., poiche’ un mattino, senza che avesse fatto nulla di male, egli fu arrestato
Franz Kafka, Il processo

L’ americano porse a Leamas un’altra tazza di caffè e disse:”Perche’ non andate a dormire? Vi telefoniamo se arriva”
John Le Carre’, La spia che venne dal freddo

Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio
Gabriel Garcia Marquez, Cent’anni di solitudine

Non ho voluto sapere, ma ho saputo che una delle bambine, quando non era più bambina ed era appena tornata dal viaggio di nozze, andò in bagno, si mise davanti allo specchio, si sbottono’ la camicetta, si sfilo’ il reggiseno e si cerco’ il cuore con la canna della pistola di suo padre, il quale si trovava in sala da pranzo in compagnia di parte della famiglia e di tre ospiti
Javier Marias, Un cuore così bianco

9 commenti:

Lucre ha detto...

Stupendo l'incipit con una riflessione filosofica o psicologica... Anche se, di fronte a tutti questi grandi, tutti gli incipit sono meravigliosi!
Il problema è... Quale incipit fa più per noi?
Personalmente, ho trovato molto vicini a me gli incipit di Salinger del bellissimo Il Giovane Holden (uno dei miei libri preferiti in assoluto), col protagonista insolente ed adolescente tormentato. Oppure l'inizio in media res, che ti butta subito negli eventi, tanto che non puoi sfuggirne - con gli esempi di un altro grande da me stimato che è Kafka, coi meravigliosi La Metamorfosi ed Il processo. Questo perché? Forse per le storie che scrivo, eventi di tutti i giorni di ragazzi borghesucci e perversi - prima o poi leggeremo qualcosa di mio e capirete.
Dunque, l'incipit è determinato da quello che vogliamo dire? Mi spiego ancora meglio... La scelta di un incipit particolare, dei tantissimi qui esposto, dev'esser fatta a seconda di ciò che vogliamo scrivere?
E' una domanda molto semplice, ma di cui non è stato detto niente. Dobbiamo sì catturare l'attenzione del lettore con un buon incipit, ma se il resto della storia non c'entra nulla con un potente inizio, il lettore scappa!
Baci
Lucrezia

Floriana ha detto...

Ciao Lucrezia, hai colto il punto: l'incipit e' assolutamente determinato dalla storia che vogliamo scrivere, per capire meglio rimando al post "il racconto". In questo senso va interpretata la frase del professore riguardo alla coincidenza tra inizio e fine.
Vi invito a scrivere un incipit che amate particolarmente.
A presto, FLoriana

Brandon Fog ha detto...

Io credo che l'incipit non sia legato a quello che si vuole dire, ogni incipit secondo me può essere applicato a qualsiasi storia. Per esempio: posso usare un incipit con una riflessione filosofica per introdurre il lettore in una storia porno!! Stà all'abilità dello scrittore fondere un incipit e una storia che apparentemente sono molto distanti tra di loro.

ℓα∂у ha detto...

Secondo la scelta dell'icipit non dipende tanto da quello che s'intende dire quanto da che sensazioni vogliamo trasmettere attraverso di esso...
Come dimostra Brandon con l'esempio della filosofia accostata al porno xD
personalmente mi piacciono molto gli incipit descrittivi e quelli in medias res, pur essendo uno il contario dell'altro, si può dire.
riporto l'incipit de Il Rosso e il Nero di Stendhal:

La piccola città di Verrières può passare per una delle più graziose della Franca Contea. Le sue case bianche, dai tetti aguzzi di tegole rosse, si stendono sul pendio di una collina, le cui minime sinuosità son poste in evidenza da macchie di robusti castagni. Qualche centinaio di piedi sotto le sue fortificazioni, costruite un tempo dagli Spagnoli ed ora in rovina, scorre il Doubs.
Sul lato nord la città è protetta da un'alta montagna, una delle diramazioni del Giura. Le cime frastagliate del Verra si coprono di neve fin dai primi freddi d'ottobre.

Stefano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Stefano ha detto...

Ciao Ragazzi, penso che Flo ci volesse dare una base di paragone. Un metro con cui misurare i nostri incipit, e vedere se c'è coerenza con il racconto.
Per arrivare, non solo a buttar giù delle parole, che piacciono e che suonano bene, ma costruire coscientemente la narrazione.
Grazie a questo metro, misurare cosa sto facendo.
Un saluto a tutti

Floriana ha detto...

Ho detto che l'incipit e' legato alla storia che vogliamo scrivere ma cio' non significa che l'incipit sia legato al contenuto della storia! Come ha sottolineato Stefano intendevo semplicemente dire che l'incipit, essendo uno degli elementi della narrazione, va scelto sapientemente in base all'effetto che il narratore vuole creare con il suo racconto. Leggete il post"il racconto", soprattutto con riguardo all'effetto precostituito di cui parlava Poe...Riporto alcune frasi del post: "nella trama di un racconto tutto deve essere funzionale a qualcosa, niente può essere introdotto a caso, l'intento e' infatti di giungere ad un finale che derivi dalle premesse delle pagine precedenti." Ciò non ha nulla a che vedere con i vari incipit che ho riportato, quelli erano solo dei modelli a cui ispirarsi, ok ragazzi?:)

Ian ha detto...

sono daccordo con flo:
"...l'incipit, essendo uno degli elementi della narrazione, va scelto sapientemente in base all'effetto che il narratore vuole creare con il suo racconto"

vorrei aggiungere che spesso, chi legge e si trova di fronte ad un buon incipit e ad un primo capitolo che funziona ed intriga, sarà portato a proseguire nella lettura, certo poi anche il resto deve convincere, ma già avere l'attenzione del lettore dopo poche pagine è una tattica vincente.
Questo perlomeno è quello che accade se ci troviamo di fronte al lettore "medio", quel genere di lettore attratto da ciò che il buon Pazzi definiva, certo non senza ragione, libro spazzatura.
Ma volevo sollevare un quesito, perchè molto spesso quella "spazzatura" vende?
Forse perchè ha un attrattiva futile, leggera, veloce, intrigante, una storia che ti ammicca incuriosendo fino ad animare le serate invernali.

Io sono per l'incipit irriverente, d'effetto, immediato, stò persino riscrivendo parte del racconto che ha ancora flo, che spero leggerà una di queste volte, che poi proprio solo di un racconto non si tratta, in realtà è un primo capitolo di qualcosa di più ampio.

Cmq spero proprio di imparare il più possibile da voi ragazzi ;)
anche leggendo i vostri scritti oltre che dai vostri consigli.

Vi lascio con un incipit semplice, diretto, buttato giù come in un "c'era una volta..." dall'autrice che ha ispirato il capolavoro di miyazaki "il castello errante di Howl", e tratto dal suo romanzo "il castello in aria":

Laggiù, nel profondo sud della terra d'Ingary, nel paese dei Sultanati di Rashputh, viveva un giovane commerciante di tappeti chiamato Abdullah.
Abdullah abitava a Zanzib e, come molti mercanti di quella città, non era ricco, anche perchè il padre gli aveva lasciato in eredità solo il denaro sufficiente per acquistare un modesto emporio nell'angolo più remoto del bazar.
Il patrimonio familiare, compresa la grande bottega di tappeti che si trovava proprio nel cuore del mercato, era andato, alla morte dell'anziano genitore, ai parenti della sua prima moglie. Abdullah non era mai riuscito a sapere come avesse potuto deludere il padre tanto profondamente da meritare un lascito così misero.
Probabilmente tutto era scaturito da una profezia fatta alla sua nascita.

- Diana Wynne Jones -

questo incipit sornione, inizia a parlare del personaggio principale della nostra storia, ed in se francamente è un pò scontato e banale a mio avviso, poi però l'ultima frase anticipa qualcosa, creando del patos sul resto della storia...una qualche profezia fatta quando il personaggio ancora non aveva coscienza di se.
mah mi pareva interessante soprattutto questo aspetto.

beh poi vi saprò dire se il romanzo merita o meno, al momento non ho davvero molto tempo per leggere hehe e la sera se riesco scrivo.
beh spero perdonerete se non rileggo questo mio intervento, e se ho riportato frasi sgrammaticate o aggiunto qualche errore di troppo, ma sono le due passate e sono cottissimo.
notte notte!
a martedì!

Brandon Fog ha detto...

Da lettore di romanzi storici tipo Manfredi, definito da Pazzi uno scritto mediocre che scrive a suo dire libri "spazzatura" (non sono per niente daccordo) posso dirti che amo leggere questi libri perchè mi divertono, mi permettono di estraniarmi dalla realtà, mi fanno sognare ad occhi aperti facendomi dimenticare di accendere la televisione. Passo tutto il pomeriggio sui libri dell'università e la sera ho bisogno di un libro la cui storia sia avvincente e passi leggera, che non mi dia troppo da pensare ma che mi faccia sognare. Molti di questi libri con una storia ben scritta, personaggi carismatici e colpi di scena nei punti giusti possono continuare ad affascinarmi per molto tempo, come mi è accaduto con "l'armata perduta" di Manfredi per esempio.
In questo caso il romanzo non finisce una volta finito il libro.
Perchè vendono i libri "spazzatura"? secondo me perchè la maggior parte delle persone cerca un passatempo e un divertimento nel libro.