venerdì 28 novembre 2008

IL RACCONTO

Che cos’e’ il racconto? Per Jorge Luis Borges e’ una “sbirciatina nel mistero“, per Erskine Caldwell e’ una “storia inventata con un significato abbastanza interessante da mantenere l’attenzione del lettore e anche abbastanza profondo per esprimere qualcosa sulla natura umana”.
Questa definizione, tuttavia, non riesce a distinguere il racconto dalle altre forme di narrazione con le quali condivide tali caratteristiche.

Prendiamo in considerazione le caratteristiche distintive del racconto:

1) LA BREVITA’

Alla base di un racconto c’e’ un’idea che costituisce l’intero nucleo narrativo da sviluppare con brevità, che non deve essere quindi interrotta da altre vicende incrociate (come avviene nel romanzo), presupponendo in pratica un'unica sequenza narrativa.

Per capire meglio il concetto di unità di azione soffermiamoci sulle tre unità introdotte da Aristotele, ossia le tre regole fondamentali della tragedia, all’epoca del grande filosofo greco la forma narrativa più popolare.

UNITA’ DI LUOGO
Tutto deve svolgersi nello stesso spazio delimitato, senza inutili spostamenti sulla scena teatrale.

UNITA’ DI TEMPO
La trama deve avere un periodo logico di durata, senza salti avanti ed indietro(a quell’epoca non era immaginabile utilizzare il flash-back).

UNITA’ D’AZIONE
La tragedia deve riguardare un unico argomento dal quale non si può deviare con elementi che possano distrarre il pubblico.

Il racconto, ancor più della tragedia greca, e’ lo sviluppo di un’unica situazione contenuta nell’idea di partenza, secondo una linea di azione rapida ed essenziale, limitata ad un solo episodio (o a un numero limitato di episodi).
L’essenzialità non coincide però con la semplicità, l'inconsistenza. Seppur breve un racconto deve svilupparsi in profondità, trasmetterci una pienezza di significato, quel significato “interessante e profondo” per l’appunto. Il racconto in definitiva deve nascere già concepito come tale: come spiego' Edgar Allan Poe e’ la brevità a determinare la struttura: l’autore deve puntare sin da subito sull’effetto che intende creare, costruire, con la massima economia di stile. Nel racconto, infatti, non va tralasciato nulla di essenziale al nucleo della storia, ma vanno tralasciati i dettagli e le descrizioni inutili. L’intera azione deve essere adeguatamente motivata e dotata di un inizio, uno sviluppo e una fine, benché non necessariamente in questo ordine.
E' ancora Allan Poe a scrivere : “un abile artista letterario ha costruito un racconto … combina queste vicende per costituire il suo effetto precostituito. Se proprio la sua prima frase non tende a far emergere quest’effetto, allora ha fallito il suo primo passo. Nell’intera composizione non dovrebbe esservi alcuna parola che non tenda direttamente o indirettamente verso lo specifico disegno prestabilito …” Nella trama di un racconto tutto deve essere funzionale a qualcosa, niente può essere introdotto a caso, l'intento e' infatti di giungere ad un finale che derivi dalle premesse delle pagine precedenti. E' ovvio quindi che l'autore debba inserire all'interno del racconto quelle informazioni necessarie al lettore per proseguire nella vicenda senza dover spiegare come mai una certa situazione ne abbia innescata un'altra.

2)LA COINCISIONE
Occorre aver in mente un semplice nucleo per una storia che potrà esaurirsi nell’arco di poche pagine. Non si potrà mai scrivere un racconto che parta da un’idea (che può provenire da una situazione, un personaggio, un ricordo… ) già strutturata in modo complesso. E’ importante che l’idea possa essere espressa facilmente, in modo che si riesca a verificare sin da subito il grado di potenziale interesse della nostra storia.

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