martedì 3 febbraio 2009

L'ARTE DI SCRIVERE

I - SULL'ARTE DI SCRIVERE

* quando descrivi un luogo, quando scrivi un dialogo, tu devi essere lì, tu devi sentirti lì;
* scrivere bene è questione di impegno, caparbietà, voglia di imparare, sperimentare; insomma, occorre fare come l’artigiano se si vuole imparare il mestiere di scrivere;
* è importante che il tema che si vuole raccontare ci stia a cuore;
* scrivi e... riscrivi;
* essere un artigiano della scrittura: pazienza, dedizione, cura;
* se si vuole essere dei bravi narratori, è molto importante sviluppare la capacità di osservazione delle persone che incontriamo o con cui abbiamo a che fare, sapendo cogliere i loro tratti caratteristici;
* non bisogna mai dimenticarsi, mentre si scrive, di domandarsi: cosa si vede? cosa si sente? ci sono profumi, sensazioni tattili o di gusto?
* non ci si deve mai dimenticare dell’esistenza di un particolare filtro dove la nostra storia deve necessariamente passare. Questo filtro è il bagaglio culturale del lettore;
* bisogna imparare a concedersi il giusto tempo per vedere, guardare, osservare ed infine cercare di capire. Questo tempo occorre darlo anche ai nostri lettori;
* e bisogna sviluppare la capacità di osservare le cose da prospettive inconsuete e tali da permetterci di comprendere meglio ciò che un luogo o un personaggio rappresentano e, da scrittori, trasferire quest'attitudine sulla pagina;
* un consiglio di carattere generale: quando nella nostra scrittura rimaniamo bloccati e non sappiamo come procedere, un buon metodo per sbloccarsi è quello di trovare la "via più semplice";
* non cedere alla tentazione dell'autobiografismo: meglio cercare di raccontare le proprie storie, piuttosto che la propria storia;

Le parole
* per lo scrittore la scelta della parola giusta è fondamentale, e si rivela particolarmente efficace quando vogliamo dare senso alla frase senza cadere nel didascalico;
* le parole che scegliamo per un dialogo devono essere adeguate al personaggio che le pronuncia e rispecchiare il suo bagaglio culturale, il suo stato d'animo e il clima del contesto in cui si svolge;
* con le parole si può però anche “giocare”: usandole, per esempio, per creare dei contrasti, delle parodie, ecc.
* insomma, scegliere le parole giuste è, per lo scrittore, come scegliere il legno adatto per il falegname.

Il pericolo noia
* per evitare il pericolo noia, la miglior cosa da fare è lavorare in maniera consapevole sulle scelte estetiche (ovvero sul proprio stile): modificando per esempio il punto di vista;
* un'altra strategia molto utile, è quella di ridurre gli aggettivi e gli avverbi cercando di mostrare più che dire (show don't tell);
* è bene combattere la pigrizia sforzandosi di trovare sempre la parola giusta;
* contro la noia sono molto utili i consigli di Calvino relativi alla "leggerezza" e alla "rapidità": per ricercare la prima, occorrerà lavorare molto per sottrazione; per la seconda sarà bene privilegiare le frasi coordinate piuttosto che le subordinate;
* I cinque amici della noia:
1) la prevedibilità
2) la mancanza di una direzione (di un senso)
3) la ripetitività
4) la mancanza di avvenimenti significativi (non accade nulla)
5) uno stile eccessivamente didascalico (dire tutto)
* I sette nemici della noia:
1) più linee narrative che si intrecciano o che magari si intersecano; di cui una sarà la principale e darà la direzione (il senso) alla storia
2) le variazioni di tono
3) la molteplicità dei personaggi
4) un tema significativo
5) l'originalità della trama
6) l'equilibrio tra le parti riservate ai dialoghi e quelle riservate alle descrizioni
7) la presenza di un filo conduttore
* Oltre ad annoiare il lettore, c'è il pericolo che anche lo scrivere, in alcuni momenti, possa diventare noioso. Ciò accade soprattutto quando si è troppo riflettuto su un certo passaggio della storia che lo si conosce oramai così bene che lo scriverlo diventa soltanto un riportare ciò che si ha già ben chiaro in mente. Insomma è come partire per un viaggio sapendo già esattamente cosa si troverà, i luoghi che si vedranno, e anche i sapori dei cibi che si mangeranno. In pratica, non c'è più gusto. Meglio quindi iniziare subito a scrivere appena si ha un'idea consistente ma non ancora troppo definita.


E' un bel po' di robetta noiosa da leggere, ma ogni tanto dobbiamo far vedere che c'impegnamo :D
Lucre

4 commenti:

Cristiano+++ ha detto...

Interessante specie gli amici e i nemici della scrittura. Se ne hai altri, li leggo e rileggo spesso.Interessante e didattico. Ciao

Floriana ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Floriana ha detto...

Oltre ai contenuti del post, ho trovato molto interessante il titolo: e' proprio vero, scrivere e' un' arte, richiede sforzo e saggezza ed e' un' esperienza personale...Ricordate il libro "L'arte di amare" di Erich Fromm? Dopo aver suddiviso l'arte d'amare in teoria e pratica, riferendosi alla seconda, Fromm elenca le condizioni necessarie di tutte le arti: la disciplina ("non sarò mai capace di fare nulla se non lo faccio con disciplina; qualsiasi cosa io faccia se sono "in vena" può essere una distrazione piacevole , ma io non diventerò mai un maestro in quell'arte"), la concentrazione, assente nella nostra società, la pazienza ("se si vogliono raggiungere rapidi risultati non si imparerà mai un'arte").
Un'altra considerazione: per imparare qualunque arte e' necessario un supremo interesse per la sua padronanza. "Se l'arte non e' qualcosa di suprema importanza, l'apprendista non imparerà mai, resterà, nella migliore delle ipotesi, un buon dilettante, ma non diventerà mai un maestro", scrive infatti Fromm.

Floriana ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.