giovedì 1 gennaio 2015

Perpetua

Perpetua è la serva di Don Abbondio. È una donna “affezionata e fedele, che sapeva ubbidire e comandare, secondo l’occasione”. Viene descritta così all'inizio del romanzo: "aveva passato l'età sinodale dei 40, rimanendo nubile, per aver rifiutati tutti i partiti che le si erano offerti, come diceva lei, o per non aver mai trovato un cane che la volesse, come dicevan le sue amiche". Vive di luce riflessa del curato, costituendone un significativo antagonismo, sebbene non sia meno affetta del padrone da “fantasticaggini” sempre più frequenti nella sua quasi isteria di zitella. Nonostante sia una donna di popolo, presenta sprazzi di saggezza e un seppur grossolano coraggio. Non sa mantenere i segreti ed ha un animo piuttosto semplice e "rozzo". Manzoni non risparmia neanche lei dal suo umorismo. Purtroppo rimarrà vittima della peste.

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