giovedì 27 agosto 2009

tipologie dei testi

Concetti linguistici:
1. Il segno:
lingua: codice formato da segni
significato: concetto
significante: suono, rappresentazione linguistica
circuito della parola: Mittentesignificatosignificantecodicesignificantesignificatodestinatario
L’idea di un suono è legata a un concetto.
2. Langue et parole:
La langue è il patrimonio mnemonico virtuale, la competenza linguistica, la lingua come sistema.
La parole è l’atto comunicativo linguistico, è il testo, è attuale, è psicologica ed è arbitraria
Attuando la comunicazione c’è un passaggio dalla langue alla parole, ovvero dalla virtualità all’attualità, dal paradigma al
sintagma.
Il paradigma è la lista di potenzialità, di concetti che ho a disposizione. Il testo fa sempre riferimento al paradigma.
Dicendo qualcosa dico anche il resto, cioè dicendo qualcosa lo distinguo da quello che non ho detto e quindi faccio
riferimento anche a al non detto. In breve dicendo s’istituisce la distinzione detto/non detto, creo due entità non una sola.
La negazione attualizza il paradigma e non il sintagma. Il sintagma è il singolo atto di parola, appartiene alla parole.
3. Semema e sema:
Il semema è l’aggregato di significati che hanno un significante comune. Ognuno di questi significati si chiama invece
sema.
4. Strutture intermedie:
La fonetica
La semantica
La morfologia
La sintassi
5. Lo schema comunicativo:
Mittente: colui che parla
Destinatario: colui che ascolta
Messaggio: ciò che è detto
Codice: il sistema di segni
Canale: il mezzo fisico atto al passaggio del messaggio
Referente: oggetto fisico a cui il messaggio si riferisce
Le funzioni:
mittente: emotiva
destinatario: conativa, suasoria
canale: fatica
codice: metalinguistica
referente: referenziale
messaggio: poetica
In un testo le funzioni sono di solito tutte presenti, magari con una certa gerarchia. Per esempio: “Veni vidi vici”. La
funzione dominante si chiama, appunto, dominante.
Flessibilità del testo:
La linea sintagmatica è composta da due linee: quella del significante e quella del significato. Un testo è una traduzione
del senso che bisogna ritradurre per leggerlo o ascoltarlo, cioè c’è una doppia traduzione in un atto comunicativo.
1. Riduzione:
Rielaborare un testo implica dei passaggi: testo1sensotesto2
Nodi concettuali: identificazione
Filtro della cultura: registri, sottocodici culturali: uno stesso contenuto può essere filtrato in diversi modi. Per esempio
una storia d’amore può essere un testo erotico o romantico o psicologico. In una riduzione bisogna mantenere il registro
originale.
Passaggio dal senso al testo attraverso tre livelli:
1) concetto
2) ampiezza: la lunghezza di un testo è flessibile.
3) mediazione linguistica (sottocodici)
Riduzione proporzionale: tratto i diversi nodi concettuali nello stesso modo
Riduzione finalizzata: elimino alcuni nodi concettuali o intervengo sul registro
Ridduzione fisarmonica: stabilisco una gerarchia entro i nodi concettuali
2. Amplificazione:
Aggiunta di parole, non di senso.
Amplificazione retorica: ripetizione di sinonimi (lubrichi e vergognosi)
Amplificazione didattica: aggiungo spiegazioni
Amplificazione proporzionale: tratto i nodi concettuali allo stesso modo
Amplificazione selettiva: amplifico alcuni nodi concettuali più di altri
3. Denotazione, connatazione, registri:
Il paradigma contiene i diversi registri potenzialmente utilizzabili. I testi comici cambiano passano da un registro a un
altro.
Termini denotativi: puramente descrittivi
Termini connotativi: hanno un’aura psicologica o sociale.
Il paradigma sinonimico dipende dalla scelta del livello sociale.
4. Tipologia delle traduzioni:
1) Traduzione intralinguistica: passaggio da un testo a un’altro testo della stessa lingua (variare il sottocodice, sinonimi,
riduzione/amplificazione)
2) Traduzione interlinguistica: passaggio da una lingua a un’altra
3) Traduzione semiotica: passaggio tra testi non linguistici
4) Traduzione strutturata: cambio la dominante.
Tipi di sottocodice:
1) microlingue: sottocodici scientifici
2) sottocodici culturali: slang, gergo
3) sottocodici di pura sinonimia lessicale: non cambiano il registro
Testo descrittivo: sintetizza mentalmente una situazione argomentativa
Testo narrativo: presuppone le coordinate tempo/spazio
Fondamenti di metrica:
Componenti tecniche del significante: ritmo, rima, strofa, ricorsi vari.
Vocali:
vocali piene: a, e, o
semivocali: i, u
Dieresi: due vocali consecutive che valgono due sillabe. (Es. “d’o/ri/en/tal/ zaf/fi/ro”)
Sineresi: due vocali consecutive che valgono una sillaba (mai all’uscita del verso)
Dialefe: due vocali consecutive ma separate da una pausa che valgono due sillabe (Es. “ciao Andrea”)
Sinalefe: due vocali consecutive ma separate da una pausa che valgono una sillaba (non c’è in caso d’accento, ma non è
condizionata dalla punteggiatura)
Cesura:
a minore: accento sulla 4° e 10° sillaba dell’endecasillabo
a moiore: accento sulla 6° e 10° sillaba dell’endecasillabo
Emisticchio: le due parti di verso divise dalla cesura
Anafora: figura retorica che consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio dei versi
Anadiplosi: stessa faccenda ma la ripetizione è alla fine dei versi.
Enjambement: il verso non corrisponde alla frase.
Verso sdrucciolo: con una sillaba in più
Verso piano: con le sillabe dovute
Verso tronco: con una sillaba in meno
La memoria fonetica dura pochi secondi, quindi più le rime sono distanti più sono incisive
Rima perfetta: identità di due unità fonetiche dall’ultima sillaba accentuata alla fine (Es. pianto, tanto)
Rima francese: identità di due unità fonetiche prima della sillaba accentuata
Rima interna: una parola finale di un verso rima una parola all’interno del verso successivo
Rimalmezzo: rima interno posta alla fine del primo emisticchio
Rima ad eco: alla fine del verso e all’inizio di quello successivo
La rima può essere povera o ricca, a dipendenza del numero dei foni ripetuti:
1 fono: bontà, città
3 foni: vita, smarrita
6 foni: muscolo, crepuscolo
Ciò che determina il valore della rima è anche: a) distanza, b) precisione, c) opposizione semantica
Rime imperfette:
Assonanza: identità delle vocali di due gruppi fonetici dall’ultima vocale accentuata alla fine (gatto, carro)
Consonanza: identità delle consonanti di due gruppi fonetici dall’ultima vocale accentuata alla fine (ballo, belli)
Omoteleuto: identità di due gruppi fonetic al di là dell’ultima vocale accentuata (pasto, costo)
Anadiplosi: ripetizione di un gruppo fonetico all’inizio di una parola (tentennare, barbaro)
Onomatopea: parola il cui significante riproduce il significato o è ad esso connesso. Le parole onomatopeiche sono
spesso anadiplotiched, di qui l’ipotesi secondo cui l’onomatopea risulta essere una struttura fonica più che un
contenuto fonico.
Allitterazione: due parole consecutive o pìu che iniziano con lo stesso fono
Ricorsi interni ai gruppi fonetici:
Omotonia: ricorso di una vocale accentuata all’interno di una parola (bella festa)
Paronomasia:
Palindromo: identità di due gruppi foneticamente capovolti (roma amor)
anagramma
rima scivolata
acronimo (AIDS)
Schema dei fenomeni metrici, ovvero dei fenomeni di ricorso:
ricorso
ricorso intensivo ricorso estensivo
(ritmo) (rima)
- sillabe (numero) - perfetta
- accenti (numero e posizione) - imperfetta
Altri fenomeni di ricorso sono culturali come: la strofa, la struttura della rima e la lunghezza dei versi
Strofa:
Il sonetto: nasce nel 1200 nella scuola sicula. Composto di 14 endecasillabi (4+4+3+3) Rime: (abab abab cde cde) o
(abba abba cde edc)
Ottava ariostesca: A’’BABABCC
Complet heroïque: versi in dodecasillabo. Rime baciate.
Il proverbio:
Si può strutturare in schemi diversi, basati su coesione fonetica, ricorso semantico, metafora o nucleo sapienziale.
Nucleo sapienziale: puramente comunicativo, è un consiglio (Es. la notte porta consiglio)
Coesione fonetica: Es. Mangi la minestra o salti dalla finestra
Ricorso semantico: Es. La parola è d’argento il silenzio è d’oro
Metafora: Es. Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi
Polisemia:
Interrelazione oppositiva: i significanti svolgono la loro funzione in quanto diversi uno dall’altro, quantunque esistono
delle aree di sovrapposizione ed è lì che si insinua la polisemia.
La polisemia si distribuisce su tre livelli:
1) polisemia fonetica: stà a livello di parole ed è attribuibile a un testo, non a una parola
2) polisemia semantica: riferita a una parola che ha più significati
3) polisemia strutturale: riferita all’equivocabilità della funzione dominante
Esempio di 1: “I conti non tornano” 1: se ne sono andati; 2: ho sbagliato i calcoli
Esempio di 2: “Il soprano è acuto”attivo uno solo dei significati ma non risulta chiaro quale, è inelligente o è il tono ?
La semantica differenziale:
La terza linea della comunicazione, oltre a quella sensoriale (significante) e semantica (significato), è di carattere sociale
emotivo:
esempio: “Colore rosa” nella cultura italiana è connesso (arbitrariamente) alla femminilità
Spesso più la parola è desemantizzata più è caricata di tale componente
La reazione emotiva è del destinatario
La retorica:
Può essere concepita in due modi fondamentali:
La retorica come ornamento del linguaggio. Cioè di un linguaggio dentro il linguaggio.
La retorica come cosa connaturale. È la struttura stessa della comunicazione, imprescindibile dal linguaggio.
La retorica è bipartita in due linee di pensiero:
1) Retorica logica: inventio (ciò che voglio dire=senso); dispositio (come organizzare il discorso); elocutio (le parole che
uso)
2) Retorica poetica: linguaggio come creatività, basata sull’irrazionalità.
Cicerone da alcune definizioni di retorica: 1) è l’arte di persuadere; 2) è la teoria di come usare il linguaggio; 3) è
l’organizzazione del discorso
Tropi (figure paradigmatiche):
Iterazio: comparazione (Giallo come un canarino)
Allegoria: investo il discorso di simbologia, parlo su due livelli (Nel mezzo di cammin di nostra vita...)
Catacresi: riempimento di un buco della lingua (Le gambe del tavolo), manca la parola
Antonomasia: usare un nome proprio celebre per indicare una qualità di tale personaggio (È un ercole = è forte)
Eufemismo: espressioni delicate usate per temi fastidiosi (si è spento = è morto)
con il tempo i termini riprendono la loro aggressività (cesso gabinetto bagno)
Alitote: attenuazione negando ciò che non é (è un po’ sporco, non è aquila)
Iperbole: esageerazione (l’ho detto mille volte!)
Ironia: dire il contrario di ciò che si pensa (mmm...buono)
La metafora:
Il trasferimento di una parola da una cosa a un’altra perché sembra potersi trasferire senza errore a causa dell’affinità.
Esempio:
Semema di Giovanni: biondo, alto, educato,...., coraggioso
Semema di leone: quadrupede, aggressivo,...., coraggioso
Giovanni è un leone. Il semema comune (coraggioso) si chiama tertium comparationis.
Le metafore possono essere lessicalizzate, ovvero conosciute, oppure testuali, cioè inventate.
Ci sono due forme fondamentali di metafora: la sineddoche (parte per il tutto) e la metonimia (il tutto per la parte)
La retorica sintagmatica fa riferimento alla parole e non più alla langue. È figuratica e non tropica. Tutta la metrica entra
nella figuratica.
Le figure:
La ripetizione: meidante due sinonimi (è fiero e orgoglioso)
Il paragone: similitudine ( sei forte come un leone)
L’enumeratio: serie di termini inquadrabili in una categoria (C’erano mele, arance, pesche e ciliegie)
Epanatessi: ripetizione dello stesso termine (Bisogna studiare, studiare, studiare), tono infantile
Figura etimologica: usare una parola e la sua radice (vivere la propria vita)
La definitio: usare una parola insieme alla sua definizione
Figure dell’opposto:
L’ossimoro: unione di due contrari (dolcezza amara)
L’antitesi: dire una cosa e poi negare il contrario (penso questo e non quello)
L’apostrofe: forme che chiamano in causa il destinatario (intendiamoci, signore e signori, ma senti un po’)
Interrogativa retorica: chiama in causa il destinatario, la rispoosta è già nella domanda (“ma ci credi?”)
Concessione: chiama in causa il destinatario esponendo un concetto su cui non si è d’accordo.
Forme grammaticali:
Polisinteto: ridondanza di connettivi sintattici (e questo, e quello, e...)
Asinteto: assenza di tali connettivi (Oggi arrivo. Domani parto)
Chiasma: inversione sintattica (ha occhi neri e biondi capelli)
Climax: serie di parole che seguono nel significato una scala ascendente o discendente (un anno, un mese, un giorno)
Ellissi: omissione
Prolessi: anticipazione sintattica di un entità (questo volevo dirti)
Epifonema: posticipazione sintattica di un entità (tutto ciò)
Sintesi della retorica:
Paradigmatica: sostituzione grazie al tertium comparationis
Sintagmatica: processo di allargamento del discorso
Scrivendo un testo si svolgono due processi:
1) processo paradigmatico:
scelta che il codice mi offre
dipende dalla conoscenza della lingua
scelta di sintassi, stile: registro (sociale); sinonimi, coesione fonetica, tropi (retorica)
2) processo sintagmatico:
inventio: unità psichica, ciò che abbiamo in mente
dispositio: organizzazione del testo
elocutio: codice, produco la linea sintagmatica
Intonazione:
Porta con sé molta informazione. Passando dall’oralità alla scrittura l’intonazione va persa per la maggior parte. Ci sono
pochi strumenti per tradurre l’intonazione (allungare l’ultimo fono: mangiaaaavo; la punteggiatura).
Per questo esistono verbi che descrivono l’intonazione: mormorare, balbettare, sussurrare, gridare, urlare. Esistono verbi
che posizionano il dire in un certo contesto: rispondere, aggiungere, ribadire, interrompere.
Traduzione semiotica:
Traduzione di un codice iconico in un testo linguistico.
Le icone sono classificabili per: 1) contenuto; 2) tecnica; 3) fase storica
Processo di traduzione:
codice linguistico codice iconico
senso
referenziale
emotivo
suasorio
semantica disegno
morfologia colore
sintassi composizione
uditivo e lineare vis ivo e unitario
testo immagine
Un immagine pubblicitaria è suasoria
Dall’icona si può tradurre il senso e la mediazione linguistica (descrizione dell’immagine).
Punti salienti della descrizione di un immagine:
1) Datazione
2) Composizione (elementi del quadro)
3) Origini (committente,ecc)
4) Storia dell’opera (dov’è stata esposta,ecc)
5) Le copie
6) Collocazione spaziale (dove si trova, dove è stata dipinta)
7) La luce
8) Il realismo dell’opera (quanto ci mostra la realtà)
9) Paragone (del valore, del senso)
10) Psicologia (contenuto psicologico, interpretazione unitaria)
11) La tecnica (generalmente e specificatamente)
12) Tema
13) Storicizzazione (dove si colloca nel filone culturale)
14) Elementi artificiosi (collage, elementi estranei, sovradimensione)
15) Localizzazione delle misure (9m x 4m)
16) Aggiunti (variazioni dall’originale)
17) Carattere statuario
18) Stato presente di conservazione
19) Natura morta
20) Caratteri generali del contesto
21) Colori del quadro
L’ordine di traduzione:
1) Pregresso: ciò che viene prima dell’opera e dati esterni (1,3,13,11,18,15,6)
2) Nucleo centrale (12,10,2,19,17,7,21,8,14)
3) Paragone (9)
4) Ciò che accade dopo (16,5,20,,4)

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