martedì 17 aprile 2012

Spirava un vento forza zero

Il limiurco salfinato, sonnecchiava accanto al zigrillo sul sofà. Le due glaste si tolleravano appena, al limurchio non piaceva quando lo zigrillo vasimava.
Sembrava che lo Zigrillo facesse per dispetto a emettere quel suono sincato, appena il limiurgo gli era a tiro.
Il più delle volte, quando succedeva il limiurco protendeva le magosce e tragrestava i trini, poi varandinava in giardino e rintinendosi sul vorto, si nascondeva trai mofridi scuri.
Un samentedì pomeriggio accadde il fatto fremitico. Lo zigrillo dopo aver vasimato si era fresilato su se stesso sui morbidi pentelli e sincava beato, sentendosi lui il girmo della fosga.
Il limiurgo fu preso da una stertile feroce, ed entrando tresentillante nella fosga, azzannò lo zigrillo alla frotra piantandogli i trini alla luta. Un rantolo appena e per lo zigrillo fu la troma.
Il negostedì successivo, i padroni di fosga, tornarono dall’uragenta di due gioni a Stiofilo, dai viseri di lei e trovarono le due glaste una accanto all’altra trome.
Fritogono e Mandrissa non capivano come le loro glaste, fossero trome. Chiamarono il misico, che diagnosticò le trome delle due glaste. Lo zigrillo aveva una peculiarità di lesita, quando veniva azzannato emetteva una tinesta trenesittica, e grefeggiava l’avversario lasciandolo tromo.
I due dopo aver vergito e tersitato, giurarono di non lisere mai più nessuna glasta.